Il deumidificatore rinfresca davvero l’ambiente? Ecco la verità

Il deumidificatore viene spesso utilizzato per migliorare il comfort domestico, soprattutto nei periodi in cui l’umidità relativa dell’aria è elevata. Il suo funzionamento è basato su un principio fisico ben preciso e la percezione che sia in grado di “rinfrescare” l’ambiente è comune, ma va chiarito l’effettivo contributo che questo dispositivo può offrire sulla temperatura percepita e su quella reale.

Come funziona un deumidificatore

Il dispositivo aspira l’aria presente nell’ambiente e la fa passare attraverso una batteria fredda (simile a una serpentina di raffreddamento), grazie all’azione di un compressore e al gas refrigerante. Durante questa fase, il vapore acqueo contenuto nell’aria condensa e si trasforma in acqua liquida, raccolta successivamente in un serbatoio o eliminata tramite uno scarico. L’aria, ora privata di una parte dell’umidità, viene nuovamente immessa nella stanza.

Nell’eseguire questo processo, l’aria, entrando in contatto con superfici a bassa temperatura, si raffredda leggermente e la parte di calore necessaria alla condensazione viene sottratta all’aria stessa. Il risultato è che l’aria rilasciata risulta sia più asciutta che moderatamente più fredda.

L’effetto percepito: aria più fresca o ambiente più fresco?

Sebbene il processo di condensazione sottragga calore all’aria, la quantità di calore effettivamente rimossa è molto inferiore rispetto a quella che può asportare un condizionatore. Per questo motivo, anche se un flusso di aria in uscita dal deumidificatore sembra “fresca” — e spesso dà una sensazione immediata di sollievo — il dispositivo non è progettato per abbassare in modo significativo la temperatura dell’ambiente.

Risulta allora chiave distinguere tra la temperatura reale e la temperatura percepita. Un ambiente meno umido induce spesso una sensazione di maggior freschezza, anche se il termometro segnala variazioni minime o nulle della temperatura. Ciò avviene perché l’aria secca facilita la naturale dispersione del calore da parte del corpo umano attraverso il sudore, che evapora più facilmente se l’umidità è bassa.

Deumidificatore e climatizzatore: differenze essenziali

Un deumidificatore domestico e un condizionatore d’aria operano secondo logiche diverse. Il secondo è progettato per sottrarre una grande quantità di calore dall’aria in modo diretto, attraverso un ciclo frigorifero, riducendo la temperatura interna anche di diversi gradi. Invece, il deumidificatore ha come funzione principale quella di abbassare il livello di umidità relativa e solo in via collaterale può produrre un lieve raffreddamento dell’aria, generalmente inferiore a un grado Celsius su un ambiente di dimensioni medio-grandi.

Vi sono anche apparecchi “ibridi”, cioè condizionatori dotati di funzione deumidificatore, che combinano entrambe le modalità: in questi casi, la funzione deumidificazione interviene riducendo l’umidità, ma se si desidera davvero una riduzione importante della temperatura, sarà sempre necessario attivare la funzione di raffrescamento.

  • Il deumidificatore è efficace per migliorare la qualità dell’aria e rendere più sopportabili alte temperature quando l’umidità è elevata.
  • Il condizionatore, viceversa, è progettato per abbassare la temperatura e, di conseguenza, ridurre anche il livello di umidità.

Quando il deumidificatore fa davvero la differenza

Vi sono condizioni in cui utilizzare correttamente un deumidificatore porta effettivamente beneficio. Nei mesi estivi, quando la temperatura supera i 25-26°C e l’umidità relativa raggiunge il 60-70%, l’ambiente risulta particolarmente afoso. In tali circostanze, riducendo il tasso di umidità fino a valori attorno al 45-50%, il senso di pesantezza e di caldo opprimente si attenua notevolmente. Anche se il termometro non registra variazioni significative, il comfort percepito aumenta e la sudorazione viene agevolata, aiutando il corpo a raffreddarsi in modo naturale.

L’efficacia del deumidificatore risulta evidente anche in spazi poco ventilati, ambienti sotterranei e locali soggetti a formazione di condensa o muffa. In questi casi, oltre a rendere l’aria più “leggera”, il dispositivo contribuisce a preservare la salubrità delle superfici murarie, prevenendo la proliferazione di agenti dannosi come i funghi.

I limiti del deumidificatore come strumento di raffrescamento

Nonostante questi vantaggi, il deumidificatore non può sostituire un climatizzatore nei contesti di caldo estremo. La quantità di calore sottratta all’ambiente durante la fase di deumidificazione non è sufficiente a garantire un abbattimento significativo della temperatura, specialmente in grandi ambienti o durante ondate di calore prolungate. La sensazione di freschezza che si avverte dipende più da una diminuzione dell’umidità relativa e da una migliore dispersione del calore corporeo, che da un effettivo abbassamento misurabile della temperatura dell’aria.

Un altro aspetto da considerare riguarda la gestione del calore residuo: i deumidificatori, funzionando tramite compressori ed elementi attivi, producono a loro volta una piccola quantità di calore (soprattutto sul retro dell’apparecchio) che viene reimmesso nell’ambiente, compensando in parte il raffrescamento indotto dalla condensazione. Ciò significa che, in ambienti molto piccoli o poco aerati, l’effetto netto sulle temperature può essere nullo o addirittura negativo nel lungo periodo.

Consigli pratici per il massimo beneficio

Per ottenere risultati soddisfacenti dall’uso di un deumidificatore, è fondamentale adottare alcune buone pratiche:

  • Impostare il livello di umidità desiderato (attraverso il pannello di controllo o un igrometro): valori tra il 45% e il 55% sono generalmente ottimali per il comfort domestico.
  • Evitare di posizionare il dispositivo vicino a fonti di calore o in prossimità di finestre aperte nelle ore più calde, per non ridurne l’efficacia.
  • Tenere porte e finestre chiuse durante il funzionamento, così da non vanificare la riduzione dell’umidità con aria umida proveniente dall’esterno.
  • Monitorare periodicamente il contenitore di raccolta dell’acqua per prevenire traboccamenti o cattivi odori.
  • Usare il deumidificatore in combinazione con una ventilazione meccanica controllata per mantenere buoni livelli di ricambio d’aria senza ristagni di umidità.

Infine, è importante ricordare che un impianto ben dimensionato rispetto alle caratteristiche dell’ambiente (volume, esposizione al sole, materiali da costruzione) garantisce le migliori prestazioni sia in termini di deumidificazione che di contenimento dei consumi elettrici.

Nel complesso, il deumidificatore rappresenta un valido alleato contro l’umidità e il disagio termico dovuto a condizioni afose, soprattutto nelle mezze stagioni e nei periodi di caldo umido. Tuttavia, per un abbattimento reale e marcato delle temperature in estate, resta insostituibile l’utilizzo di sistemi di climatizzazione dedicati, in particolare nei contesti più caldi e affollati.

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